Bonifiche più efficienti e sostenibili: l'esempio di Trireme
Vantaggi della nuova tecnologia brevettata per le bonifiche
Le bonifiche ambientali sono un esempio virtuoso di circolarità e valorizzazione del territorio, con un ruolo strategico nella pianificazione ambientale in quanto permettono di recuperare e riqualificare aree compromesse e inquinate.
In seguito ad attività umane pregresse o in corso, possono infatti alterarsi le caratteristiche qualitative delle matrici ambientali del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee, e questo può rappresentare un rischio per l'ambiente o per la salute umana.
Gli ultimi dati del Rapporto Ispra individuano 42 siti di interesse nazionale gravemente contaminati e 4.689 siti di interesse regionali inquinati che necessitano attività di bonifica. Questi numeri sfidanti impongono di promuovere e sviluppare tecnologie innovative per la riqualificazione dei territori per offrire soluzioni più efficienti ed efficaci per la bonifica, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale.
Trireme, un esempio di bonifiche ambientali
Parliamo dell'innovativo progetto messo a punto dalla startup Trireme - Technologies for Reliable Innovative Remediation - che, nel 2017, ha depositato un brevetto sviluppato con il contributo del MIUR che prevede una nuova metodologia per andare al di là della tradizionale bonifica delle falde acquifere contaminate, garantendo la quasi completa eliminazione di flussi di rifiuti in uscita, da dover gestire dopo il trattamento, e la totale conservazione della risorsa idrica.
Trireme nasce dall'esperienza maturata nel settore delle bonifiche grazie alla collaborazione multidisciplinare dei Ricercatori del Dipartimento di Chimica dell'Università Sapienza di Roma e dell'Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNR ed Edison NEXT, unico partner industriale del progetto.
I vantaggi del metodo Trireme per le bonifiche
La tecnologia oggi più diffusa (pump and treat) consiste nell'estrarre dal sottosuolo l'acqua contaminata, "ripulirla" attraverso impianti di trattamento dedicati e restituirla nella falda acquifera.
Rispetto a questo approccio, la soluzione Trireme è più sostenibile grazie all'utilizzo di un sistema di ricircolo e di un polimero biodegradabile, meno energivora e più efficiente in termini di rendimento. Ma non solo: essa ha un impatto minore sul territorio perché non genera acque di scarto e contiene al massimo la produzione di rifiuti, con conseguenti minori costi di gestione e manutenzione.
Per maggiori informazioni potete andare sul sito Edison Next
In seguito ad attività umane pregresse o in corso, possono infatti alterarsi le caratteristiche qualitative delle matrici ambientali del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee, e questo può rappresentare un rischio per l'ambiente o per la salute umana.
Gli ultimi dati del Rapporto Ispra individuano 42 siti di interesse nazionale gravemente contaminati e 4.689 siti di interesse regionali inquinati che necessitano attività di bonifica. Questi numeri sfidanti impongono di promuovere e sviluppare tecnologie innovative per la riqualificazione dei territori per offrire soluzioni più efficienti ed efficaci per la bonifica, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale.
Trireme, un esempio di bonifiche ambientali
Parliamo dell'innovativo progetto messo a punto dalla startup Trireme - Technologies for Reliable Innovative Remediation - che, nel 2017, ha depositato un brevetto sviluppato con il contributo del MIUR che prevede una nuova metodologia per andare al di là della tradizionale bonifica delle falde acquifere contaminate, garantendo la quasi completa eliminazione di flussi di rifiuti in uscita, da dover gestire dopo il trattamento, e la totale conservazione della risorsa idrica.
Trireme nasce dall'esperienza maturata nel settore delle bonifiche grazie alla collaborazione multidisciplinare dei Ricercatori del Dipartimento di Chimica dell'Università Sapienza di Roma e dell'Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNR ed Edison NEXT, unico partner industriale del progetto.
I vantaggi del metodo Trireme per le bonifiche
La tecnologia oggi più diffusa (pump and treat) consiste nell'estrarre dal sottosuolo l'acqua contaminata, "ripulirla" attraverso impianti di trattamento dedicati e restituirla nella falda acquifera.
Rispetto a questo approccio, la soluzione Trireme è più sostenibile grazie all'utilizzo di un sistema di ricircolo e di un polimero biodegradabile, meno energivora e più efficiente in termini di rendimento. Ma non solo: essa ha un impatto minore sul territorio perché non genera acque di scarto e contiene al massimo la produzione di rifiuti, con conseguenti minori costi di gestione e manutenzione.
Per maggiori informazioni potete andare sul sito Edison Next
Parole chiave: Bonifiche, Trattamento acqua
- Massimo Carmagnani
- Andrea De Antoni