Misurare l'efficienza energetica e la sostenibilità di regioni e città attraverso un tool in grado di rilevare l'impatto e l'adeguatezza delle misure messe in atto da amministratori e cittadini per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. È questo l'obiettivo di SEED MICAT, il progetto europeo da 1,5 milioni di euro che impegnerà per i prossimi tre anni otto partner di sei Paesi UE, tra cui ENEA, ISINNOVA e RSE per l'Italia.
Riduzione NOx
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Articoli e news su Riduzione NOx
La ricerca universitaria sta contribuendo in modo sempre più significativo alla necessità di ridurre le emissioni di CO2, esigenza non più procrastinabile che rappresenta una delle priorità della transizione energetica e della lotta al riscaldamento globale.
Ridurre le emissioni di CO2 e migliorare l'efficienza energetica delle aziende scoprendo i vantaggi di questa innovativa tecnologia, che è già realtà! . La cogenerazione è una tecnologia che, anche grazie all'aumento dei costi energetici, vive un periodo di grande sviluppo. Sempre più aziende, infatti, sono alla ricerca di soluzioni per ridurre le proprie emissioni di CO2 e migliorare l'efficienza energetica.
Air Liquide implementerà una soluzione su misura per ridurre le emissioni di CO2 e il consumo di energia per Verallia, leader europeo e terzo produttore mondiale di imballaggi in vetro per bevande e prodotti alimentari. Grazie alla sua capacità di innovazione e al suo know-how, il Gruppo supporterà la conversione dell'impianto di Verallia a Pescia (Pistoia) da un processo di combustione tradizionale a un'ossicombustione ottimizzata, in occasione della costruzione sul sito di un nuovo forno.
Il raggiungimento dei futuri obiettivi climatici comporta una transizione verso una società a zero emissioni di CO2. Recentemente, in merito al clima, la Commissione Europea si è posta l'obiettivo UE di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 portando tale riduzione al 55% (rispetto ai livelli del 1990). Conseguentemente il 14 luglio 2021 la Commissione Europea ha presentato una serie di proposte, il cd. pacchetto Fit for 55%, per aggiornare la normativa comunitaria in materia di clima ed energia.
Con l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e il consumo energetico nel settore immobiliare entro il 2030, e raggiungere il "Net Zero" nel 2050, in questi giorni il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva sulle 'case green'. Infatti, anche gli studi realizzati dalla Commissione europea, evidenziano che gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi di energia e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
MSC Euribia entrerà in flotta a giugno 2023 grazie a un investimento di oltre 1 mld di euro. È alimentata a Gnl, il combustibile fossile più pulito attualmente disponibile su larga scala, in grado di ridurre le emissioni di zolfo di oltre il 99%, quelle di azoto dell'85% e quelle di anidride carbonica del 25%. MSC Crociere ha già migliorato del 35% l'efficienza delle emissioni di anidride carbonica dal 2008 e si impegna a raggiungere, entro il 2050, il traguardo della neutralità carbonica, ovvero operazioni a impatto zero di CO2.
Edifici, energia, ambiente e sicurezza. I settori residenziale e servizi sono responsabili di quasi il 44% dei consumi italiani. Ridurre la domanda attraverso l'efficienza energetica e il cambio di alcuni stili di vita rappresenta una priorità per: ridurre le emissioni di CO2; aumentare la sicurezza; migliorare comfort e qualità della vita; sostenere l'economia.
L'utilizzo dell'idrogeno come vettore energetico non è più solo teoria ma è diventato oramai un argomento centrale nel quotidiano sia pubblico che privato, essendo stato individuato come una delle strategie principali per combattere il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra a livello mondiale.
Decarbonizzare i trasporti stradali per mezzo di tecnologie a idrogeno è uno dei fattori principali per ridurre le emissioni di gas serra. L'Unione Europea ha disposto il raggiungimento entro il 2030 di una riduzione del 55% delle emissioni climalteranti rispetto al 1990. Con l'obiettivo, quindi, di arrivare entro il 2050 allo zero netto di emissioni o neutralità carbonica.
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Approccio integrato di discipline Ingegneristiche e di tecnologie innovative di diagnostica precoce. Ottimizzazione e progettazione degli impianti di aria compressa, vapore, gas tecnici e degli impianti di co/trigenerazione per la riduzione di CO2.
Il biometano nei trasporti immesso nel mercato dei veicoli che prevede strategie energetiche e ambientali, permette di ridurre le emissioni di gas serra, sviluppare energie rinnovabili, puntare all'efficienza energetica, garantire la concorrenza nei mercati integrati oltre a promuovere la sicurezza di approvvigionamento dell'energia. Tra le strategie energetiche e ambientali della circular economy occorre rendere i prodotti sostenibili, concentrarsi sui settori che utilizzano più risorse, batterie e veicoli e circolarità per le persone.
Per rispettare le emissioni di basso rilascio di azoto (low-NOx) nelle caldaie ind. oggi si utilizza il ricircolo fumi o la tecnologia SCR, che comportano alti investimenti e maggiori costi operativi. In alternativa DeJong ha sviluppato il bruciatore CBPM in grado di ottenere un basso rilascio di azoto (low-NOx) con minimo investimento aggiuntivo.
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La CEO Alliance sostiene il piano dell'UE per ridurre le emissioni di carbonio del 55% entro il 2030
Mentre la Commissione europea si prepara a presentare il suo pacchetto legislativo Fit for 55, la European CEO Alliance ha pubblicato delle proposte di policy a sostegno di una spinta progressiva e ambiziosa per raggiungere la neutralità climatica. Affrontare il cambiamento climatico richiede una forte collaborazione tra il settore pubblico e l'industria, ha annunciato l'Alleanza dopo la sua riunione a Parigi. L'Alleanza accoglierebbe con favore una revisione dei principali strumenti normativi dell'UE, in particolare i sussidi per le tecnologie con alte emissioni di CO2. Le proposte dei CEO includono l'invio di un forte segnale in termini di carbon pricing, l'accelerazione delle misure per decarbonizzare la mobilità e i trasporti, gli edifici e i sistemi energetici, l'accelerazione del rinnovamento dei settori industriali chiave nell'UE. "Sono molto contento di aver potuto scambiare opinioni oggi con le aziende che forniscono soluzioni per l'attuazione del Green Deal, la decarbonizzazione dell'economia, la transizione verde e l'efficienza energetica. Mentre la Commissione europea si prepara a presentare il suo pacchetto energia e clima "Fit for 55" con misure per ridurre le emissioni di gas serra del 55% nel 2030 e raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio nel 2050, la mobilitazione degli attori industriali ed economici sarà essenziale per raggiungere insieme i nostri obiettivi climatici. " ha dichiarato Clément Beaune, segretario di Stato per gli Affari europei del governo francese. Il Dr. Herbert Diess, CEO del Gruppo Volkswagen ha affermato: "Il cambiamento climatico rimarrà la nostra più grande sfida nei prossimi anni e decenni. La CEO Alliance sostiene pienamente gli obiettivi climatici della Commissione europea, ai quali non ci sono alternative. Ora è il momento di spostare le discussioni politiche verso la realizzazione di questo obiettivo. In una mossa senza precedenti, la CEO Alliance con le sue aziende leader del settore provenienti da tutta Europa chiede un segnale di carbon pricing che copra tutte le emissioni in tutti i settori e paesi." Il Presidente e CEO di Schneider Electric, Jean-Pascal Tricoire ha aggiunto: "L'imminente pacchetto politico dell'UE per tagliare le emissioni di carbonio del 55% nel prossimo decennio è necessario. La chiave è passare dall'ambizione all'azione. Le aziende hanno un ruolo vitale nel promuovere la transizione energetica e la responsabilità di dare l'esempio. Solo gli sforzi collettivi e la collaborazione tra il settore pubblico e l'industria garantiranno una crescita sostenibile e posti di lavoro a prova di futuro. Insieme, sosteniamo l'Europa nel suo viaggio per una transizione rapida ed equa verso un'economia a zero emissioni, e siamo molto felici di accogliere l'incontro della CEO Alliance presso la sede di Schneider Electric a Parigi. Grazie a Herbert Diess per aver avviato e presieduto questa iniziativa". Come strumento centrale, i membri dell'Alleanza hanno proposto un forte segnale relativo al prezzo della CO2 per raggiungere gli obiettivi climatici dell'UE. Il carbonio dovrebbe avere un prezzo unico, in tutte le economie.
L'urgenza di agire per contrastare il cambiamento climatico non è mai stata così grande e, in assenza di una regolamentazione globale, varie aziende stanno volontariamente intensificando i loro sforzi per colmare questo divario. A inizio 2021 più di 1.000 aziende avevano fissato obiettivi di riduzione del carbonio sulla base di obiettivi scientifici condivisi (Science-based Targets Initiative - SBTI), mentre altre centinaia erano già impegnate in progetti per adottare energia rinnovabile, aumentare l'efficienza energetica e passare ai veicoli elettrici attraverso programmi come RE100, EP100 ed EV100 di The Climate Group. Recentemente, gli impegni presi da alcune aziende sono saliti di livello, ripromettendosi di raggiungere la neutralità o addirittura la negatività di emissioni. Gran parte dell'azione fino ad oggi si è concentrata sulla riduzione delle emissioni generate dalla produzione di elettricità, quelle classificate nell'ambito Scope 2 del GHG Protocol. La maggior parte di queste emissioni proviene dalla combustione di combustibili fossili come carbone e gas naturale e sono prevalentemente composte da anidride carbonica (CO2), il più diffuso dei gas serra. Tuttavia, se le aziende vogliono avere un approccio più sofisticato, diventa imperativo affrontare la riduzione di una gamma più ampia di emissioni. Una nuova enfasi sulla riduzione dell'anidride carbonica negli ambiti Scope 1 e Scope 3 del GHG Protocol Ridurre il consumo di elettricità nell'operatività aziendale e affidarsi all'acquisto di energia rinnovabile (sotto forma di un accordo di acquisto di energia [ PPA ] o tramite certificati di attribuzione energetica [ EAC ] è un modo relativamente semplice per gestire le emissioni di Scope 2. In effetti, secondo un dato comunicato da Bloomberg New Energy Finance, fino alla fine del 2019 le aziende private erano state responsabili dell'acquisto di oltre 32 gigawatt di capacità di elettricità rinnovabile in tutto il mondo tramite PPA (e i clienti di Schneider Electric rappresentano circa il 25% di questo totale). È più difficile ridurre le emissioni in altre aree aziendali e, a seconda delle dimensioni e dell'ambito dell'attività, l'elettricità può essere una componente relativamente piccola dell'impronta complessiva delle emissioni. Ad esempio, settori come quello dei viaggi, le spedizioni marittime e altre forme di trasporto o le industrie con processi di produzione ad alta intensità energetica che si basano sull'energia termica per il calore, possono avere un'impronta di Scope 1 fuori misura rispetto al consumo di energia nelle proprie flotte e strutture. E quasi tutte le aziende faticano ad affrontare le riduzioni di Scope 3, poiché tale categoria include le emissioni legate alla catena di approvvigionamento, i viaggi d'affari e la gestione dei rifiuti, che sono al di fuori del controllo operativo diretto dell'azienda. Quali sono i gas serra in atmosfera La buona notizia è che la volontà di ridurre le emissioni anche in queste aree critiche sta stimolando l'innovazione. Nuovi sviluppi in ottica di circolarità, nella progettazione del ciclo di vita del prodotto, nei biocarburanti e in altre tecnologie stanno aiutando le aziende ad avvicinarsi allo "zero netto" di emissioni.
Il 60% delle emissioni industriali arriva dalle imprese sotto i 250 dipendenti. La maggior parte non utilizza nemmeno strumenti per conoscere le proprie performance energetiche, come la Diagnosi. Le piccole e medie imprese italiane hanno un ruolo molto importante nella transizione energetica verso la "decarbonizzazione" e senza il loro sforzo non sarà possibile raggiungere gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni previsti per il 2030. Uno studio realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna) ha messo in luce i consumi energetici e le emissioni delle PMI, gli interventi fatti e gli ostacoli al miglioramento. Perché il ruolo delle PMI è così importante per rendere più sostenibile l'economia nazionale? Perché queste aziende costituiscono l'ossatura portante del nostro sistema produttivo ed emettono una grande quantità di CO2 nell'atmosfera. Il loro coinvolgimento, quindi, è una condizione necessaria per favorire la lotta ai cambiamenti climatici tramite l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti pulite. I consumi e le emissioni delle PMI italiane Lo studio della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e di Cna ha per oggetto il grande bacino di PMI fino a 250 dipendenti della manifattura (dal tessile alla meccanica, dalla chimica all'alimentare) e delle costruzioni, che impiegano un totale di 4,2 milioni di addetti e producono 661 miliardi di euro di fatturato. In pratica, si tratta dei codici Ateco che afferiscono alla voce "industria" del bilancio energetico nazionale. Secondo i dati presentati dallo Studio e ricavati dall'Istat e da Eurostat, i consumi energetici di queste imprese ammontano (nel 2018) a oltre 16 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari a tutto il gas utilizzato per riscaldare le abitazioni italiane. Questi consumi, dal punto di vista delle emissioni, si traducono in oltre 44 milioni di tonnellate di CO2 in un anno, ossia il 60% di tutte le emissioni del settore "industria". In particolare, i settori che più contribuiscono alle emissioni sono quelli più energivori riconducibili alla produzione di materiali da costruzione (19%), alla siderurgia (19%), alla meccanica (16%), seguiti dall'agroalimentare (13%) dove si concentra un grande numero di imprese di questa dimensione. Dal punto di vista delle fonti di energia, le PMI presentano un rilevante tasso di elettrificazione (37%), anche se le fonti fossili (soprattutto gas) restano dominanti nel mix energetico con il 52% del totale. La quota di fonti rinnovabili ad uso finale è ancora trascurabile, mentre significativo è il calore derivato (8%) che le PMI recuperano da altri processi di combustione.
Combattere il cambiamento climatico è oggi più urgente che mai e uno dei modi più efficaci per farlo è ridurre le emissioni di CO2 presente in atmosfera: questi gas, inquinanti e nocivi, non fanno che aumentare l'ormai noto effetto serra antropogenico, una delle cause principali del surriscaldamento globale. La CO2, però si trova anche nei nostri mari e oceani, e contrastarla è fondamentale per tutelare gli equilibri dell'ambiente marino e terrestre. Le soluzioni per ridurre le emissioni di CO2 sono tante: se è vero che alcune possiamo già metterle in pratica anche noi nella nostra quotidianità - ridurre gli sprechi energetici, optare per la mobilità elettrica e le energie rinnovabili - altre richiedono tecnologie d'avanguardia e grandi progetti. Tra queste ultime soluzioni una delle più straordinarie è il progetto CC-Ocean, la prima nave in grado di assorbire la CO2 emessa dai gas di scarico delle attrezzature marittime e delle navi, portando così a una riduzione delle emissioni di CO2 nel settore marittimo. Il progetto CC-Ocean: la nave cattura CO2 Si chiama CC-Ocean (Carbon Capture on the Ocean) ed è il progetto che ambisce a costruire la prima nave al mondo in grado di catturare e assorbire la CO2. Ma in che modo? Il progetto mira ad adattare e convertire, attraverso specifiche modifiche, un sistema di cattura emissioni di CO2 usato nelle centrali elettriche a terra, per montarlo su un'imbarcazione che salperà in mare. È il primo progetto al mondo di questo tipo. Infatti, la prima fase si baserà sull'identificazione e la valutazione dei rischi che comporta questa operazione. Dopo le valutazioni sarà elaborato un impianto dimostrativo che verrà costruito a metà del 2021 e, dopo i relativi test, sarà installato a bordo di una nave. Questa prima parte del processo porterà quindi alla prova dell'imbarcazione nell'ambiente marino e la valutazione effettiva del suo funzionamento, permettendo di comprendere l'efficacia e le eventuali future migliorie che potranno essere fatte per rendere questo processo più efficiente e riproducibile. Il progetto, molto ambizioso e innovativo, avrà una durata di due anni ed è portato avanti interamente da grandi aziende giapponesi, tra cui Mitsubishi che, con la sua divisione dedicata allo Shipbuilding, sta lavorando insieme a Kawasaki Kisen Kaisha e Nippon Kaiji Kyoka. Emissioni di CO2: una parte importante dell'inquinamento marino Il progetto CC-Ocean è un grandissimo passo in avanti, anche perché l'apposito sistema progettato per la nave non solo assorbirà la CO2 ma sarà in grado di riciclarla per riutilizzarla in processi di recupero o come materia prima per combustibili sintetici riducendo ulteriormente le emissioni di gas serra a livello globale. È un progetto straordinario, ma soprattutto fondamentale per combattere le emissioni di carbonio provenienti da settore marittimo, responsabili dell'inquinamento del mare e non solo. Secondo un rapporto della Commissione Europea del 2019, infatti, il trasporto marittimo è responsabile del 3,7% delle emissioni di CO2 in UE, vale a dire circa 138 milioni di tonnellate. Nonostante ciò, durante gli Accordi di Parigi mancavano misure volte alla riduzione delle emissioni in questo settore.
Sulla strada per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi scientifici, l'azienda si impegna a elettrificare la sua flotta di veicoli entro il 2030, a procurarsi il 100% di elettricità rinnovabile entro il 2030 e a stabilire obiettivi di efficienza energetica, compreso l'uso sistematico di sistemi di gestione dell'energia. Come parte della sua nuova strategia di sostenibilità e della sua ambizione di consentire una società a basse emissioni di CO2, ABB si è impegnata a collaborare con i propri clienti e fornitori per ridurre le loro emissioni e raggiungere la neutralità di anidride carbonica nelle proprie operazioni entro il 2030. Nella scorsa Giornata mondiale dell'ambiente del 5 giugno, ABB ha annunciato di aver aderito a tre iniziative guidate dal Climate Group, gruppo internazionale senza scopo di lucro, in linea con il suo piano d'azione e le aree di interesse identificate per ridurre le proprie emissioni: - EV 100: ABB si impegna a elettrificare la sua flotta di oltre 10.000 veicoli entro il 2030. ABB in Svezia, ad esempio, ha già iniziato a convertire le sue circa 700 auto aziendali in veicoli completamente elettrici, mentre ABB nel Regno Unito ha annunciato lo scorso anno che l'azienda trasferirà le sue oltre 500 auto aziendali a una flotta completamente elettrica entro il 2025; - RE 100: ABB si impegna a procurarsi il 100% di elettricità rinnovabile fino al 2030. Nel 2020, il 32% di tutta l'elettricità utilizzata da ABB è stata acquistata come elettricità verde certificata o generata dagli impianti di energia solare dell'azienda. Dal 2020, ABB in Svizzera ricava già il 100% della sua energia da fonti rinnovabili; - EP 100: ABB si impegna a stabilire obiettivi di efficienza energetica e a continuare a implementare sistemi di gestione dell'energia presso i suoi siti aziendali. Già oggi più di 100 siti ABB sono coperti da sistemi di gestione dell'energia certificati esternamente o autodichiarati.
Shell si sta impegnando al massimo per evitare e ridurre le emissioni di ogni litro di lubrificante prodotto. Dal 2016 abbiamo ridotto l'intensità di carbonio dei nostri processi di produzione dei lubrificanti di oltre il 30%, e più del 50% dell'elettricità utilizzata negli impianti di miscelazione ora proviene da fonti rinnovabili. Di pari passo con il miglioramento continuo delle nostre attività, ci stiamo adoperando per compensare le emissioni rimanenti utilizzando soluzioni basate sulla natura. "I nostri clienti sono alla ricerca di brand con prodotti sostenibili che li aiutino a compiere scelte ecologiche. Da oggi possono scegliere lubrificanti a impatto zero di CO2 senza rinunciare alle prestazioni elevate e alla protezione tipiche dei prodotti Shell.
Thermo King®, leader nelle soluzioni per il controllo della temperatura nei trasporti e marchio di Trane Technologies, ha fornito i pannelli solari ThermoLite? per 76 nuovi semirimorchi refrigerati di ECS, fornitore logistico leader in Europa nel trasporto intermodale e nei servizi di distribuzione integrata. I pannelli solari contribuiranno a supportare la vision di ECS in favore di una logistica sostenibile e affidabile, grazie alla riduzione significativa del consumo di carburante e dell'impronta di carbonio delle unità di refrigerazione.
Nonostante il contesto di incertezza economica che le aziende italiane stanno vivendo, l'attenzione verso una corretta gestione energetica sembra la strategia più adeguata per raggiungere due punti chiave della crescita: riduzione dei costi e sostenibilità. E sempre più aziende optano per soluzioni multiprodotto. Commenta Christian Stella, Managing Director di Centrica Business Solutions Italia: "Sempre più spesso i nostri clienti scelgono di incorporare più soluzioni per la generazione in sito e l'efficienza energetica al fine di controllare e ridurre rapidamente i costi energetici, generare entrate, migliorare l'efficienza e l'affidabilità di fornitura e ridurre le emissioni di carbonio."
Sostenibilità è ormai una parola d'ordine: i consumatori hanno comportamenti di acquisto sempre più selettivi e scelgono fornitori che hanno un minore impatto ambientale, mentre i governi e le autorità di regolamentazione promuovono azioni per ridurre le emissioni di carbonio. Unire i fattori economici con quelli ambientali sta diventando indispensabile per avere successo nel business. Non a caso, essere "responsabili dal punto di vista sociale e ambientale" oggi è sul podio delle priorità aziendali per una grande percentuale di aziende, che considera la sostenibilità prioritaria, anche rispetto all'innovazione.
(In lingua inglese) L'introduzione di sistemi ad iniezione diretta nei motori alimentati a benzina (GDI) costituisce una promettente soluzione tecnica per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GHG) ma, al contempo, tende a promuovere la formazione di un più alto numero di particelle ultrafini (PN) rispetto alla tecnologia ad iniezione indiretta (PFI). La comunità scientifica ha profuso un notevole sforzo nell'investigazione delle cause principali che portano alla formazione del particolato tramite simulazioni 3D-CFD. In questo lavoro, una metodologia basata sul Metodo delle Sezioni è utilizzata e validata al fine di predire quantitativamente la massa di particolato (PM), il numero di particelle (PN) e la distribuzione dei diametri delle particelle (PSDF) sulla base di misure sperimentali effettuate su un motore di ricerca GDI ad accesso ottico. (Presentazione in inglese)